Sembra che ultimamente i tassi sui mutui siano scesi parecchio, e quindi sia conveniente in questo momento comprare. Se da un lato si assiste alla crisi economica e ad una svalutazione degli immobili, dall’altro le banche, per cercare di aiutare chi vuole comprare casa, hanno abbassato notevolmente i tassi sui mutui.
Se prima dunque il “tasso variabile” era visto come un pericolo, oggi, merito anche della diminuzione delle sofferenze delle banche italiane, non solo accedere ad un mutuo è quasi “più semplice”, ma i tassi sono un vero e proprio vantaggio.
L’ABI ha pubblicato nei giorni scorsi un bollettino mensile che segnala come il tasso dei prestiti sia al suo minimo storico e le sofferenze nette a gennaio si sono ridotte al valore più basso da giugno 2014 ad oggi, e, di conseguenza, già da gennaio 2017 si assiste ad una ripresa del mercato dei mutui ed una crescita dei nuovi mutui.
Il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di immobili ad uso abitativo infatti si è attestato al 2,13%, anche se, sembrerebbe che gli italiani oggi preferiscano notevolmente i mutui a tasso fisso.
È vero, negli anni passati sono in molti ad aver subito un duro colpo dai mutui a tasso fisso, che l’anno scorso hanno fra l’altro rotto al ribasso la barriera dell’1,5%, tanto che alcune banche (a proposito di banche clicca qui per vedere tutti gli articoli di Forex notizie, un blog dedicato al mondo economico e finanziario) offrono mutui con un tasso annuo nominale (noto con l’acronimo di TAN) sotto la soglia dell’1,5.
Bisogna però sempre tenere a mente che ci sono anche altri costi da aggiungere al mutuo, e per questo come valore di riferimento dovremmo sempre prendere in considerazione il TAEG.
Ad ogni modo, per chi è in cerca di un mutuo con un buon tasso, oggi, è sempre bene dare un occhio alle durate più basse (10 o 15 anni): è qui che gli indici IRS sono più bassi in proporzione alla durata.
Da cosa dipende dunque il costo dei mutui?
Non è solo una questione di SPREAD deciso dalla banca, per calcolare il tasso di un mutuo bisogna tenere in considerazione anche la durata dello stesso (più è lunga e più il tasso sale) e l’importo richiesto rispetto al valore dell’immobile (le banche oggi tendono ad erogare fino all’80% del valore di mercato dell’immobile).
Per chi vuole chiedere un mutuo a tasso fisso, infine, particolare attenzione va data al momento durante il quale si richiede l’operazione: gli IRS, ovvero gli indici di mercato cui si attestano i mutui a tasso fisso, fluttuano ogni giorno e possono subire anche delle variazioni piuttosto brusche (basti pensare che una variazione di 10 punti base equivale, in un mutuo di 100.000 €, ad un incremento degli interessi di circa 3.000 €).