Non basta la crisi che ha assottigliato enormemente il giro d’affari delle imprese italiane, non basta la pressione fiscale a livelli insopportabili, a un tale livello che anche lo sceriffo di Nottingham si sarebbe vergognato di applicare, quello che affossa molte aziende è lo Stato. Lavorare, avere spese in termini di materiale e di personale, pagare le tasse su quanto fatturato e non incassare il pagamento per il lavoro svolto provoca la vera crisi dell’impresa.
Come tanti ricordo perfettamente i primi tempi del Governo Renzi, quando l’allora Premier dichiarava che non esiste che un’impresa che lavora per lo Stato debba attendere tempi infiniti per essere pagata, che le imprese devono essere pagate dallo Stato in tempi accettabili e che il debito dello Stato verso le tante imprese che attendevano pagamenti dallo stesso, sarebbe stato presto azzerato.
Sono trascorsi tre anni da allora, Renzi già non c’è più e nemmeno i pagamenti promessi non ci sono. 3 mila aziende al giorno chiudono i battenti e molte di queste sono costrette a dichiarare fallimento perché creditrici di grandi somme dallo Stato che non paga e ne decreta la morte.